Alfredo (nome di fantasia) è laureato, divorziato, vive o meglio sopravvive, da solo, ormai da molti anni. Una vita randagia la sua, ai limiti della cosiddetta società civile. Trascorre le sue tristi giornate senza meta chiedendo, a volte, l’elemosina, una mano tesa verso qualcuno che l’ascolti.Tante tristi esperienze alle spalle, lutti e tragedie familiari. Ricordi da incubi.
Gli unici momenti di conforto e di comunicazione con i propri simili: la mensa per i poveri ed i centri di ascolto della Caritas. Poche volte, però, perché la sua malcelata dignità di Persona glielo impedisce. Non ha un tetto. Nella stagione fredda, i rigori dell’inverno lo inducono a volte a chiedere asilo, per la notte, al Centro di accoglienza notturna della Caritas. Almeno lì può scambiare qualche parola con gli altri “ospiti”.
E’ un “senza fissa dimora” a cui non spetterebbero diritti, come un qualsiasi cittadino. Bisogna cercare le relative disposizioni di legge nella pletorica legislazione italiana.A questo provvedono gli “Avvocati di strada” con la loro neonata Associazione“Nessun escluso”.
Una denominazione quanto mai appropriata. Un’associazione nata anche a Taranto per iniziativa di quattro giovani donne Avvocati. Collaborano molti altri giovani avvocati che hanno dato volentieri la propria disponibilità, così come altri legali più anziani, pur nella limitatezza dei loro maggiori impegni di studio. Dal 2000 sono stati aperti altri “sportelli” in Italia. Quello di Taranto è il 13° in ordine di tempo. Altri stanno per essere inaugurati anche al sud.
Quest’interessante attività di solidarietà concreta è partita nel 2000 per iniziativa di un gruppo di giovani Avvocati di Bologna con la costituzione dell’Associazione “Piazza Grande” ed in pochi anni si è diffusa in tutt’Italia.
Incontriamo le giovani avvocatesse nella sede della Caritas Diocesana in città vecchia a Taranto, adibita a segreteria dell’Associazione, messa a disposizione con grande sensibilità dall’Arcidiocesi e naturalmente da don Nino Borsci, direttore della Caritas. Le referenti dello “sportello” tarantino sono: dott. Antonietta De Fazio, avv. Alessandra Armento, Mariangela Guarino e Annapaola De Marco.
Per impegnarsi in questa particolare attività legale hanno avuto l’autorizzazione dall’Ordine degli Avvocati di Taranto perché altrimenti non potrebbero esercitarla legalmente se non in uno studio.
Nella fattispecie ricevono i “clienti” in giorni ed orari prestabiliti nei locali del Centro di Accoglienza notturna della Caritas (martedì dalle 19,30 alle 20,30) ed in quelli della parrocchia S. Pio X (giovedì dalle 17 alle 18).
“Noi ci occupiamo solo ed esclusivamente dei “senza fissa dimora” – tengono subito a precisare onde evitare equivoci – a tutte le altre esigenze di disagio sociale provvedono gli operatori volontari della Caritas. Per poter concretizzare questo nostro intervento legale dobbiamo interloquire con gli uffici preposti del Comune di Taranto, dove, nonostante la grave e nota situazione, abbiamo trovato valida collaborazione, segnatamente nelle dott.sse Nocco e De Benedetto, rispettivamente responsabili dell’anagrafe e del decentramento.
I due funzionari si sono messi volentieri all’opera per preparare e promulgare una “determina” ad hoc con la quale si stabiliscono gli elementi costitutivi di questo particolare tipo di residenza cosiddetta “fittizia”, la cui dicitura ufficiale è “via città di Taranto numeri dispari progressivi”.
In pratica come si sviluppa l’iter?
“Il senza fissa dimora deve recarsi in un primo ufficio comunale dove deve compilare un modulo nel quale dichiara che “di solito dimora presso una parrocchia o presso il Centro di accoglienza o presso la stazione ferroviaria o altro” in modo tale che la polizia urbana possa avere punti di riferimento precisi per eventuali controlli o comunicazioni come un qualsiasi cittadino. Poi si deve recare in un altro apposito ufficio per completare l’iter burocratico e per ricevere il tanto agognato tesserino di “residenza fittizia” valido a tutti gli effetti di legge”
E per le altre necessità di carattere sociale?
“In questi casi intervengono i servizi sociali del Comune, coordinati dalle dott.sse Florio e De Marco coadiuvate da un pool di assistenti sociali, costituito apposta per occuparsi esclusivamente dei senza fissa dimora. E’ stato creato anche uno sportello aperto il lunedì mattina dalle 10 alle 12, a cui far riferimento per risolvere le varie problematiche sociali.
Il pool è nato poichè i “senza fissa dimora”, in quanto tali, non hanno una circoscrizione cittadina di riferimento”.
Esiste sul territorio nazionale un coordinamento tra le varie associazioni per scambiarsi le esperienze?
“Recentemente si è costituito a Bologna un coordinamento denominato appunto “Associazione avvocato di strada” di cui fanno parte i rappresentanti dei vari sportelli che, pur mantenendo la propria autonomia, s’impongono di rispettare alcune regole comuni di base uguali per tutti. La regola fondamentale è che noi avvocati di strada dobbiamo fornire l’assistenza legale in modo totalmente gratuito. E’ stato anche deciso che, nel caso sia necessario ricorrere al patrocinio dello Stato per promuovere un’attività giudiziale, il ricavato eventuale venga devoluto al progetto nazionale. Insomma non c’è alcun fine speculativo, neanche indiretto, in questa nostra attività. Questo deve essere chiaro.
Proprio per questo alto valore morale che informa la nostra attività abbiamo ottenuto il riconoscimento del nostro Ordine professionale.
Con il coordinamento nazionale ci si è proposti anche di istituire un osservatorio permanente sullo stato delle povertà in Italia, cioè una banca dati delle povertà per affrontare e trovare le soluzioni più idonee per risolvere le varie problematiche dal punto di vista giuridico, interessando poi le sedi politiche competenti, sia statali che locali”.
Quali sono le problematiche di cui vi siete interessate maggiormente in questo periodo da ottobre, mese dell’inaugurazione dello sportello, ad oggi?
“Residenza ovviamente, ma anche richieste di sussidi, ricorsi gerarchici avverso il foglio di via obbligatorio, risocializzazione, ricongiungimenti familiari, querele ed altro.
Possiamo citare, per esempio, il caso di una ragazza che da Milano è venuta a Taranto dove viveva per strada. Ora è completamente risocializzata. Ma i casi di estremo disagio sociale sono tanti e variegati e nella nostra attività ci tocca spesso agire a livello anche psicologico”.
Quanti casi avete risolto, finora, per quanto riguarda la residenza?
“Almeno una ventina. Spesso vengono a trovarci persone che vogliono solo parlare dei loro bisogni, dei loro disagi, vogliono essere ascoltati e poi magari non tornano più, almeno per quanto riguarda la richiesta di residenza.
Tornando un attimo al nostro coordinamento nazionale, bisogna anche stare in guardia perché, come accade solitamente per le buone iniziative, qualche “furbastro” ha messo su qualche attività non proprio lecita, direi soprattutto speculativa.
Sappiamo però che, grazie alla diffusione del nostro progetto con il nostro sito internet (www.avvocatodistrada.it) è nata un’iniziativa similare nella lontana Corea.
La vostra attività si svolge soltanto in Taranto città?
“Per la maggior parte, ma contiamo di allargarci anche in provincia quanto prima.
A tal proposito siamo sempre in contatto con l’assessore ai servizi sociali della Provincia, dott. Stefano Fabbiano”.
Anche se questa vostra attività legale è completamente gratuita, il progetto dovrà comunque essere finanziato in qualche modo affinché continui e progredisca?
“Diciamo subito che non cerchiamo e non vogliamo contributi dagli Enti pubblici perché, in pratica, essi sono il nostro contraltare, cioè, spesso, la controparte della nostra attività.
Con questi enti invece c’è collaborazione. Il finanziamento riviene da singoli cittadini, da Fondazioni bancarie e da sponsor vari che credono nella nostra causa sociale.
Da sottolineare che abbiamo ottenuto recentemente, in quanto Onlus, di poter accedere al 5xmille che è stato ripristinato con la nuova finanziaria. Infatti l’Associazione “Nessuno escluso” è la nostra Onlus, di cui il primo progetto concreto è quello dell’”Avvocato di strada” che ha un budget autonomo da non confondersi con quello della Onlus.
A proposito di banche o Istituti di Credito, avete trovato qualche intervento concreto sul nostro territorio?
“Ce n’è uno interessante con il Credito Cooperativo di S. Marzano che si è reso disponibile per accrediti, apertura di c/c e quant’altro possa essere utile alla nostra causa.
Abbiamo diverse necessità logistiche impellenti: il completamento dell’arredo funzionale e tecnologico del nostro ufficio di segreteria (computer, stampante, cancelleria ecc.), persino di un “tre ruote”.
Un tre ruote? A che servirebbe?
“Servirebbe alla nostra attività che richiede frequenti spostamenti compresi, a volte, l’ufficio, segretaria compresa, la nostra bravissima Lidia che è un’autentica volontaria “gratis et amore Dei”.
Non vogliamo assolutamente dimenticare di ringraziare l’Arcidiocesi e la Caritas per l’ospitalità che ci offre mettendoci a disposizione la sede della Segreteria con annessi e connessi, compresi la sede quale “centro di ascolto” nel Centro di accoglienza notturna, così come ringraziamo il parroco della Chiesa di S. Pio X per l’altra sede di “ascolto”. I nostri recapiti telefonici sono: cell. 346 7323408 (tutti i giorni) – martedì e giovedì 099 4704938.
Toni Cappuccio